I nostri pilasti
La nascita
Il nostro modello assistenziale basato sull'ascolto, la conoscenza e l'esperienza
Il nostro modello assistenziale integra i modelli della Midwifery e della Salutofisiologia con un approccio alla maternità di tipo bio-psico-sociale e una decennale esperienza sul campo.
Alla base del nostro modello assistenziale ci sono l’ascolto e la conoscenza della donna, per creare una relazione di fiducia indispensabile e una presa in carico personalizzata e appropriata.
La continuità assistenziale e la presenza al parto di due ostetriche specializzate
A ogni donna la sua ostetrica,
anzi le sue ostetriche!
Il parto a domicilio è assistito da due ostetriche specializzate che, avendo seguito la gravidanza almeno a partire dalla 32 settimana, offrono reperibilità continua alla coppia dalla 37ma alla 42ma settimana e continuano l’assistenza fino alla chiusura del puerperio. L’Ostetrica è quindi la Case Manager della donna, la professionista responsabile della pianificazione e della realizzazione dell’assistenza ostetrica ed esegue una valutazione globale basata sui bisogni della coppia e sulla continuità delle cure.
La continuità dell’assistenza risponde infatti al bisogno primario delle donne di sentirsi accompagnate.
Le ostetriche della nostra associazione propongono un concetto di continuità assistenziale di percorso che si compone dei seguenti criteri:
- la continuità dell’operatore (continuity of Carer): ogni donna si affida a due o a un piccolo team di ostetriche che si mantengono le referenti conosciute reperibili per tutta la durata del percorso assistenziale.
- la continuità nelle cure (continuity of Care): il team di ostetriche abbraccia un modello assistenziale e informazioni comuni atte a sostenere il processo di orientamento e di supporto alle scelte durante il percorso assistenziale
- la continuità nel luogo (continuity of Setting): il team di ostetriche assiste nel luogo che la donna sente familiare (casa o Casa Maternità).
Una revisione sistematica suggerisce che le donne che hanno ricevuto assistenza ostetrica secondo modelli di continuità hanno meno probabilità di ricevere interventi e più probabilità di essere soddisfatte delle cure ricevute rispetto alle donne che hanno scelto altri modelli di cura (Sandall et al., 2016).
La personalizzazione dell’assistenza ostetrica
Ogni donna, ogni neonato sono unici e irripetibili ed è così che vengono considerati.
L’ostetrica prevede un piano di assistenza personalizzato basato sui bisogni e desideri nel rispetto della condizione di salute della donna. La donna può decidere le persone/familiari dai quali si farà accompagnare durante il percorso e in particolare durante la nascita
La relazione terapeutica con la donna/coppia
La relazione tra la famiglia e le ostetriche rappresenta il fulcro del parto domiciliare.
È consigliabile prevedere, prima del parto, un tempo sufficiente (solitamente non oltre le 32 settimane) per poter costruire la relazione terapeutica e intercettare precocemente eventuali condizioni che farebbero decadere questo principio di sicurezza. In caso di richiesta tardiva le ostetriche valuteranno attentamente la fattibilità della presa in carico, ascoltando le motivazioni della coppia, la condizione di salute della madre assieme a una analisi delle proprie competenze e disponibilità. Il concetto di relazione è trasversale e deve sussistere sia tra le ostetriche e la coppia, sia tra le ostetriche stesse.
Le ostetriche diventano custodi della storia della donna, conoscono le sue dinamiche di salute, le sue caratteristiche corporee e psichiche, personalizzando così l’assistenza.
Anche il padre/partner è importante che condivida e dia sostegno al percorso: viene infatti coinvolto il più possibile a partecipare attivamente e a esprimere i propri bisogni.
L’approccio relazionale è inclusivo, rispettoso e compassionevole: la diade madre e bambino sono la base attorno a cui si costruisce l’assistenza anche quando ci sono delle complicanze. La relazione non si esaurisce con la nascita e il puerperio, ma continua nel cammino genitoriale talvolta per anni.
Le peculiarità assistenziali più comuni del parto in ambito extraospedaliero promosse dalle ostetriche di nascere in casa
Le caratteristiche assistenziali che nel parto a domicilio vengono assicurate, perché basate sulle più recenti evidenze e raccomandazioni scientifiche (NICE, 2017), sono:
- possibilità di avere continuità nelle cure, nel carer (ostetrica) e nel setting
- il coinvolgimento della famiglia nelle decisioni assistenziali (Istituto Superiore di Sanità, 2011)
- sperimentare il travaglio e il parto in posizione libera
- la possibilità di travagliare e partorire in acqua
- poter ricevere un monitoraggio del battito cardiaco fetale ad intermittenza (American College of Obstetricians and Gynecologists, 2017)
- effettuare un clampaggio ottimale del cordone ombelicale (Fogarty et al., 2018) e dopo il secondamento o per le famiglie che lo richiedano la possibilità di essere accompagnati ad un lotus birth
- assicurare il bonding tra madre e bambino attraverso un ricongiungimento precoce e continuativo alla nascita (nessun bambino viene mai separato dalla madre)
- la rianimazione neonatale viene fornita accanto alla madre (bedside) e a cordone integro (Thomas et al., 2014; Katheria et al., 2016; Commissione consultiva tecnico-scientifica sul percorso nascita della Regione Emilia Romagna, 2019)
- la scelta informata sul trattamento attivo o fisiologico del secondamento (Istituto Superiore di Sanità, 2016)
- la cura delle lacerazioni e delle cicatrici del parto: si predilige una sutura in continua se necessaria, il coinvolgimento materno ed eventuale protocollo di cura in caso di non sutura (Aasheim et al., 2017)
- assistenza al puerperio e sostegno all’avvio e al proseguimento dell’allattamento al seno e rete con i servizi territoriali, per un sostegno nel tempo dell’accudimento e degli aspetti genitoriali (Comitato Italiano per l’UNICEF, 2018)
- esecuzione delle profilassi e dei test di screening neonatali come da direttive ministeriali
- prevenzione, accompagnamento ostetrico e invio a servizi territoriali nei casi di disagio psichico